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Lunedì, 23 Ottobre 2017 09:23

Vino e territorio: nuove sfide per la tutela di un “rapporto identitario” nell’economia digitale

di Federica Bardini e Sara Gobbato
La locandina del convegno svolto a Treviso il 20 ottobre La locandina del convegno svolto a Treviso il 20 ottobre

Uno dei fenomeni paradossali dell’economia digitale riguarda le eccellenze nazionali: le miriadi di offerte disponibili sul World Wide Web infatti, anziché appiattire le differenze, inducono il consumatore a ricercare quei prodotti che, per qualità e storia, sono considerati particolarmente caratteristici dell’identità e della bellezza del territorio di origine. Questo paradosso tocca tutte le eccellenze del Made in Italy ed in particolare il vino italiano che, nel mare magno del mercato globale digitale, deve confrontarsi con grandi opportunità e nuove insidie.

Delle nuove sfide per imprese, autorità di vigilanza e consumatori nel settore vitivinicolo si è parlato il 20 ottobre a Treviso al convegno “Vino e territorio: profili giuridici, economici e culturali di un rapporto identitario”, organizzato dalla Scuola di Giurisprudenza (sede di Treviso) dell’Università di Padova con il patrocinio di AIDA (Associazione Italiana di Diritto Alimentare) e della Camera di Commercio Treviso-Belluno.

Come evidenziato dalla prof. Patrizia Marzaro in apertura dei lavori, l’evento è solo una tappa del percorso attivato nel Corso di laurea in giurisprudenza presso la sede di Treviso, che mira a formare i nuovi “giuristi del presente” in partnership con la Camera di Commercio di Treviso-Belluno, i cui obiettivi in favore delle imprese del territorio sono stati illustrati in occasione del convegno dal segretario generale Romano Tiozzo.

Nella sessione mattutina, presieduta dal prof. Luigi Costato, sono state ripercorse dal prof. Ferdinando Albisinni le tappe evolutive della disciplina di “governance” dei diritti di impianto sino al Regolamento (UE) n. 1308/2013 OCM; la prof. Edi Defrancesco si è soffermata quindi sugli strumenti di tutela internazionale e sulle strategie attuate dall’Unione europea a protezione delle denominazioni di origine in particolare nei negoziati con Canada, Giappone e Cina.

Stefano Vaccari (Capo del Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) ha successivamente illustrato i dati estremamente positivi dell’attività dell’ICQRF a tutela delle eccellenze italiane. Grazie all’attività di moral suasion ed ai protocolli d’intesa siglati con eBay, Alibaba ed Amazon, in qualità di pubblica autorità “owner” delle denominazioni protette l’ICQRF è in grado di far rimuovere in 24 ore dalla segnalazione le offerte online (ad esempio) di lattine di falso prosecco disponibili sui marketplace, giungendo a fine settembre di quest’anno a colpire oltre 2.000 casi di frodi.

L’evoluzione degli strumenti di tutela del consumatore nel settore vitivinicolo è stata l’oggetto dell’intervento del prof. Paolo Borghi, che ha fornito spunti critici in merito all’applicazione amministrativa e giurisprudenziale delle fattispecie di “usurpazione”, “imitazione” ed “evocazione” tipica – quest’ultima – delle tecniche di marketing e che richiede particolari cautele interpretative al fine di evitare esiti applicativi “economicamente insensati” ed estranei alla percezione del consumatore medio.

Nella sessione pomeridiana, presieduta dal prof. Ferdinando Albisinni, il prof. Luigi Costato ha illustrato il quadro normativo di tutela dei nomi geografici e ha posto al centro dell’attenzione le peculiarità dei prodotti agricoli che giustificano un’applicazione ristretta delle regole sulla libera concorrenza.

A seguire, il prof. Alessandro Calegari ha tenuto una relazione sulle erogazioni di incentivi pubblici ai produttori, evidenziando come la Corte di Giustizia dell’Unione imponga agli Stati membri l’obbligo di recuperare i contributi illegittimamente concessi prevedendo una tutela del legittimo affidamento dei beneficiari meno intensa di quella assicurata dall’art. 21-nonies della legge 241/1990.

Dopo l’intervento del prof. Sandro Amorosino sul rapporto fra il vino e il paesaggio rurale, il turismo e l’ambiente, il prof. Bruno Barel ha valorizzato il ruolo della tradizione in agricoltura nella formazione e nel consolidamento delle identità locali e ha passato in rassegna gli strumenti giuridici di tutela dei prodotti tipici locali offerti dall’ordinamento dell’Unione, enfatizzando la funzione delle specialità tradizionali garantite.

A chiusura del convegno, il prof. Luca Rossetto ha fornito e commentato i dati sulla crescita record della produzione (più di 500 milioni di bottiglie l’anno) e dell’esportazione del prosecco prevalentemente verso la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti, e affermato il ruolo chiave assunto dai consorzi che oltre ad intensificare i controlli per assicurare il mantenimento della qualità e reputazione del prodotto mirano a preservare e migliorare la sostenibilità della viticoltura nei territori Doc e Docg.

La molteplicità dei profili e delle materie trattati dai relatori ha efficacemente evidenziato, in conclusione, il dinamismo – sotto l’aspetto culturale, giuridico ed economico – del settore vitivinicolo italiano che, secondo quanto ricordato in apertura dalla prof. Marzaro, richiede oggi più che mai la formazione di “giuristi del presente, in grado di comprendere i fattori di complessità e tutelare efficacemente in ambito internazionale la specificità dei prodotti locali ed il territorio ad essi inscindibilmente legato.   

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