Lo scorso 13 dicembre la Commissione europea ha pubblicato il primo rapporto sul funzionamento della propria piattaforma di Online Dispute Resolution (ODR) istituita dal Regolamento (UE) n. 524/2013 e lanciata nel febbraio del 2016 con l’intento di facilitare la risoluzione delle dispute – transfrontaliere e non - sorte tra professionisti e consumatori attraverso strumenti alternativi a quelli giurisdizionali.
Tuttavia, pur a fronte di un numero così elevato di visitatori, il numero di procedimenti attivati attraverso la piattaforma è stato pari complessivamente a 24.000, concentrati principalmente in Germania e Regno Unito (che sono anche gli Stati europei nei quali è più diffuso l’utilizzo del commercio elettronico). Le controversie aventi implicazioni transfrontaliere sono state circa un terzo del totale.
Il rapporto della Commissione fornisce alcuni dati relativi al ciclo di vita dei reclami presentati attraverso la piattaforma, evidenziando come l’85% di questi sia stato chiuso automaticamente dalla piattaforma allo spirare del termine di 30 giorni previsto per la designazione dell’organismo di mediazione d’intesa tra le parti.
Nel 40% dei casi la chiusura nei 30 giorni è stata dovuta al raggiungimento di un accordo diretto tra il professionista ed il consumatore per la risoluzione della controversia.
Nel 9% dei casi, il professionista ha invece espressamente rifiutato di aderire alla procedura.
Soltanto il 2% dei reclami è stato seguito dall’apertura della fase di mediazione dinanzi ad un organismo di risoluzione delle controversie. Di questi, solo la metà è giunta ad una conclusione.
I dati che emergono dal rapporto confermano dunque l’esistenza di un forte interesse per gli strumenti di ODR, specialmente da parte del consumatore. La piattaforma, inoltre, si è dimostrata efficace per favorire l’apertura di un negoziato diretto tra professionista e consumatore per risolvere bonariamente e senza mediatori la controversia sorta tra le parti.
Devono tuttavia essere approfonditi i dati relativi allo scarso “tasso di conversione” delle visite alla piattaforma in reclami, per comprendere se ciò sia dovuto alla eccessiva macchinosità del sistema previsto dal Regolamento o ad altre cause.
L’istituzione di un sistema efficiente di risoluzione delle dispute legate al commercio elettronico è considerata dalla Commissione un passo fondamentale per la costituzione del mercato unico digitale. Per tale ragione, l’esecutivo europeo proporrà, di concerto con le autorità nazionali, iniziative volte a promuovere la piattaforma e ad incrementare il tasso di adesione dei professionisti ai reclami aperti tramite la medesima.