Un nuovo tassello del Digital Single Market è stato posto dal Parlamento europeo, che il 14 novembre in seduta plenaria - con 591 voti favorevoli, 80 contrari e 15 astensioni - ha approvato il Regolamento sulla cooperazione tra le autorità nazionali responsabili dell'esecuzione della normativa che tutela i consumatori.
Il Regolamento (che diverrà applicabile dopo 24 mesi dalla sua entrata in vigore in esito alla pubblicazione in GUUE) mira a rafforzare le procedure di cooperazione e coordinamento applicabili dalle autorità nazionali nell’accertamento delle violazioni della normativa UE a tutela dei consumatori.
Lo scorso 13 settembre la Commissione europea ha pubblicato la bozza di regolamento per l’istituzione di un quadro di libera circolazione dei dati non personali nell’Unione europea (COM (2017) 495).
La proposta di regolamento si integra con il Regolamento n. 679/2016 sulla protezione dei dati personali (GDPR), con la direttiva 2002/58/CE sul trattamento dei dati personali e la tutela della privacy nelle comunicazioni elettroniche (direttiva ePrivacy, che dovrebbe essere sostituita Presentata la proposta di regolamento presentata lo scorso 10 gennaio) e con la direttiva 2016/1148 recante misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi di alcuni settori strategici (direttiva NIS).
Attraverso questi strumenti legislativi l’Unione intende favorire la sicurezza dei sistemi informativi e la circolazione dei dati, per favorirne l’utilizzo anche a fini economici da parte delle imprese dell’Unione nell’ambito di servizi come quelli di data storage, piattaforme di elaborazione dati in cloud o di fornitura di applicazioni as a Service (SaaS).
Il 13 settembre il Presidente della Commissione europea Junker ha pronunciato al cospetto del Parlamento europeo il tradizionale discorso sullo stato dell’Unione, enunciando gli indirizzi e le priorità che guideranno le iniziative della Commissione nei prossimi diciotto mesi.
Lo scorso 19 settembre, la Commissione europea ha pubblicato sul proprio sito alcune schede di dettaglio relative alle iniziative legislative ed alle politiche attive che la Commissione intende promuovere.
Tra le priorità della Commissione Nell’ambito della strategia sul mercato unico digitale, la Commissione intende adottare alcuni incisivi interventi che interesseranno le imprese e le pubbliche amministrazioni presenti in rete.
Tra le azioni intraprese nell’ambito della Digital Single Market Strategy, la Commissione europea ha formulato una proposta di direttiva di “piena armonizzazione” di alcuni diritti essenziali dei consumatori nell’ambito dei contratti di vendita online, attualmente disciplinati in modo non uniforme negli Stati membri.
La proposta - in corso di discussione al Parlamento europeo nella procedura 2015/0288 (COD) - mira a modificare la Direttiva 1999/44/CE sui contratti di vendita e sulla garanzia per i beni di consumo e ad integrare le Direttive 2011/83/CE sui diritti dei consumatori e 2000/31/CE sull’e-commerce, mentre non inciderà sulla Direttiva 93/13/CE in materia di clausole abusive nei contratti con i consumatori.
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 30 giugno 2017 (Serie L 168) il Regolamento (UE) 2017/1128 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2017, relativo alla portabilità transfrontaliera di servizi di contenuti online nel mercato interno (definito anche come o “Regolamento Netflix”), e fa il paio con il regolamento “Roaming” (Regolamento 2015/2120) ed il regolamento “Geoblocking” (proposta di regolamento COM (2016) 289, attualmente in fase di discussione), tutti volti a rimuovere gli ostacoli che i consumatori incontrano nella fruizione di servizi online e di e-commerce all’interno dello Spazio giuridico europeo.
Il regolamento troverà applicazione a partire dal 20 marzo 2018.
Il 10 maggio la Commissione europea ha reso note le risultanze finali dell’indagine conoscitiva avviata due anni fa in materia di commercio elettronico.
Per quanto concerne i beni di consumo, l’indagine conferma che nell’ultimo decennio l’e-commerce ha avuto un impatto significativo sulle strategie distributive delle imprese e sui comportamenti dei consumatori.
Il canale online ha accresciuto la trasparenza dei prezzi, consentendo tuttavia in alcuni casi comportamenti opportunistici negativi di free riding. L’accresciuta trasparenza ha anche accentuato la concorrenza in materia di prezzo, non sempre positiva per i consumatori quando avviene a discapito della qualità e dell’innovatività dei prodotti.
Nerbo dell’economia italiana, le PMI sono i soggetti produttivi che possono trarre i maggiori benefici dalla diffusione delle tecnologie digitali in termini di penetrazione globale dei mercati e di riduzione dei costi. Eppure, nel nostro Paese, in particolare le micro-imprese con meno di 10 addetti stentano ad investire nella costruzione di una propria “identità digitale”, sottostimando l’importanza di creare propri siti web e di interagire sulle piattaforme online. A dirlo è l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) nel report “I servizi di comunicazione nelle piccole e medie imprese: esperienze e prospettive” pubblicato il 1° marzo.
Il 10 febbraio 2017 la Commissione Industria del Parlamento europeo ha pubblicato gli emendamenti alla Proposta di Regolamento della Commissione europea in tema di Geoblocking.
La Proposta , presentata il 25 maggio 2016, fa parte delle azioni che l’Unione europea intende adottare per l’instaurazione di un “Mercato Unico Digitale” caratterizzato dall’assenza di ostacoli ingiustificati nelle transazioni per l’acquisto di beni e servizi tra Stati membri. In tale contesto, il Regolamento mira in particolare a limitare quelle forme di discriminazione dei consumatori basate sulla loro nazionalità, sul luogo di residenza o di stabilimento all’interno dell’Unione.
Gli obiettivi della Proposta rendono già di per sé evidente che il Regolamento produrrà impatti significativi nei confronti dei gestori di marketplace, siti e piattaforme di e-commerce, e specialmente di quelli che applicano forme di geolocalizzazione degli utenti e dei contenuti, limitando fortemente la possibilità di adattare le loro condizioni di fornitura di beni e servizi in ragione dello stato di provenienza del visitatore.
Lo scorso 10 gennaio la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento in materia di protezione dei dati personali nelle comunicazioni elettroniche (ePrivacy) che dovrebbe sostituire la direttiva 2002/85/CE.
La proposta si innesta nel quadro della strategia per il Mercato unico digitale e fa seguito alle iniziative già assunte dalle istituzioni dell’Unione per il rafforzamento della tutela dei dati personali nello spazio giuridico europeo. L’effetto del regolamento dovrebbe essere quello di assicurare un quadro normativo uniforme in tutto il DSM, a beneficio degli operatori del settore, realizzando al contempo un elevato livello di tutela per il consumatore.
Il 15 settembre 2016 la Commissione europea ha pubblicato le risultanze preliminari dell’indagine conoscitiva sul commercio elettronico, avviata nell’ambito della Digital Single Market Strategy nel maggio 2015.
Mediante l’indagine, la Commissione vuole comprendere le restrizioni al commercio elettronico transfrontaliero, derivanti dalla prassi contrattuale ed in generale dalle condotte delle imprese, con riferimento alla distribuzione dei beni di consumo ed alla licenza dei contenuti digitali.